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Pace, unità, dialogo: una lezione di politica che arriva dall’Africa

11 Agosto 2018

Non è certamente una di quelle notizie che farà il giro del mondo, ma proprio per questo interessa chi ha la pretesa di abbracciare la missione del profeta e, nel suo piccolo, si adopera per educare alla pace.

Scendiamo giù, verso il Sud più profondo del mondo, in Zimbabwe, un Paese del continente nero, circondato da Botswana, Zambia, Mozambico e Sud Africa,  senza sbocco sul mare, conosciuto dai più attenti per qualche documentario sulle zone safari riservate a chi si trova a suo agio nelle aree selvagge dell’Africa meridionale.

Al resto del mondo, naturalmente, non interessa molto cosa accade da quelle parti, soprattutto, poi, se non c’è da alimentare i soliti focolai di guerra, ma, addirittura, da segnalare venti di pace.

Per uno Stato di diritto un processo equo

Accade che, proprio in questi giorni, il presidente Emmerson Mnangagwa, coerente con i principi annunciati in campagna elettorale, si sarebbe attivato per garantire al suo antagonista Tendai Biti, oggi leader dell’opposizione, un processo equo, come vuole un autentico Stato di diritto.

Dopo la proclamazione del vincitore e quindi l’elezione di Mnangagwa a presidente della Repubblica dello Zimbabwe, Biti, suo avversario politico, è stato arrestato per incitamento alla violenza, in attesa di un processo che portasse alla condanna definitiva. In particolare, secondo una nota della polizia locale, avrebbe incitato i manifestanti alla protesta che avrebbe portato ad uno scontro con le forze dell’ordine della capitale Harare, dove sarebbero morte sei persone.

La nota del presidente

In una nota firmata da Mnangagwa si legge: “Tendai Biti è stato rilasciato dopo il mio intervento. In un momento così delicata per la storia del nuovo Zimbabwe, nulla è più importante dell’unità, della pace e del dialogo. Come è importante anche l’adesione allo stato di diritto. Nessuno è al di sopra della legge. Quindi, vista la gravità delle accuse, continuerà un giusto processo. Chiedo a tutte le parti di cessare immediatamente ogni forma di incitamento alla violenza e di agire nell’ambito della legge. Tutti i cittadini dello Zimbabwe devono essere uniti nella lotta per l’unità, la pace e la riconciliazione. La pace è fondamentale.”

Promuovere unità, pace, dialogo e riconciliazione

Mnangagwa, pur ribadendo la necessità di accertare le eventuali responsabilità, in effetti si sarebbe distinto con il suo intervento, poiché sarebbe intervenuto a favore del rilascio di Biti, per un giusto processo che consideri, per dirla all’occidentale, la presunta innocenza prima della provata colpevolezza dell’accusato.

L’intenzione del presidente dello Zimbabwe, come egli stesso ha specificato, è quella di promuovere l’unità e la pace, evidentemente ricercando, attraverso il dialogo, anche il consenso delle opposizioni.

Un esempio per l’Europa

Naturalmente, staremo a vedere come andrà a finire, ma, intanto, apprezziamo la mossa del presidente, sia sul piano strettamente legato all’ordine politico, dove potrebbe avere una sua logica, ma soprattutto in prospettiva educativa, poiché attraverso l’utilizzo di categorie positive (unità, pace, dialogo, riconciliazione), nuove prospettive si potrebbero auspicare anche dalle nostre parti, ammesso che si sia pronti a ricevere lezioni da chi vive al di là del Mediterraneo e, in questo caso, anche del Sahara.

 

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