
22 Giugno 2017
di Antimo Verde – Tempo d’estate! Tempo di mare! Tempo di scoprirsi e indossare abiti leggeri e freschi, ma che hanno la colpa di mostrare senza appello quei chili di troppo che gli abiti invernali riescono a coprire con maestria. Purtroppo, il più delle volte, non si tratta solo di qualche chiletto di troppo, ma di una consistente massa grassa che appesantisce il corpo in maniera esagerata e che fanno etichettare il suo portare come obeso. Come mostrano gli ultimi dati mondiali, sembra che coloro che sono affetti dall’obesità non sono assolutamente essere pochi.
Anzi, tale fenomeno è da considerarsi ormai alla stregua di un’epidemia globale in continua diffusione, che evidenzia le cause ambientali, culturali, economiche e biologiche e che apre una finestra sul suo impatto diretto e indiretto sulla società. Un’indagine pubblicata su “The New England Journal of Medicine” che ha coinvolto 195 paesi e ha considerato un periodo di tempo che va dal 1980 al 2015, ha evidenziato, infatti, che solo nel 2015 l’eccesso di peso affliggeva qualcosa come 2,2 miliardi di persone tra bambini e adulti nel mondo, ovvero il 30% della popolazione mondiale.
In particolare sono risultati 108 milioni di bambini e oltre 600 milioni di adulti obesi. Praticamente la prevalenza dell’obesità è raddoppiata dal 1980 in oltre 70 paesi ed è continuamente aumentata in quasi tutti gli altri stati.
E’ da notare che tra i 20 paesi più popolosi, i maggiori livelli di obesità tra bambini e giovani adulti si riscontrano negli Usa con il 13% della popolazione; a sorpresa invece, un Paese africano come l’Egitto è il paese con più adulti obesi con circa il 35% del totale. Naturalmente, i tassi più bassi di obesità si riscontrano invece in Bangladesh e in Vietnam con l’1% della popolazione. La Cina, con 15,3 milioni, e l’India, con 14,4 milioni hanno il più alto numero di bambini obesi; al contrario, gli Stati Uniti, con 79,4 milioni e la Cina con 57,3 milioni hanno il più alto numero di adulti obesi.
Quello che più desta scalpore è che l’eccesso di peso rappresenta il 7,1% di tutti i motivi di decesso e l’eccesso di cibo è stato identificato come la causa di 4 milioni di morti nel solo 2015. Se la situazione mondiale è preoccupante, non lo è di meno quella del nostro Paese. Infatti in Italia oltre un terzo della popolazione adulta è in sovrappeso.
Non c’è bisogno di molti studi e ricerche per arrivare alla conclusione che tale risultato è dovuto anche all’aumento dei consumi di cibi pronti, abbinato ai crescenti tassi di sedentarietà, causata anche dall’uso eccessivo della tecnologia, come computer e smartphone, che negli ultimi tempi occupano la maggior parte di tempo degli italiani. A conti fatti, poco meno di una persona su 10 è obesa e a causa di complicanze legate a questa malattia ogni 10 minuti ne muore 1.
Secondo i dati della Società italiana di chirurgia dell’obesità praticamente si hanno 57 mila decessi all’anno e oltre mille a settimana. Naturalmente sono numerose le patologie connesse all’obesità, come l’apnea notturna, l’asma e patologie cardiocircolatorie che possono portare all’infarto, al cancro, alle patologie epatiche, alla sterilità, al diabete, all’artrite e all’ipertensione.
Infatti, è stato riconosciuto che in Italia l’80% dei casi i diabete, il 55% dei casi di ipertensione e il 35% dei casi di cardiopatia ischemica e tumori sono da ricondurre all’obesità e al sovrappeso. Ma non bisogna credere che l’obesità sia un problema alimentare prettamente di chi mangia quanto e quando vuole, quindi in maniera eccessiva rispetto al suo normale fabbisogno.La cattiva nutrizione provoca problemi di salute anche per chi mangia troppo poco e male, cioè senza le sostanze nutritive essenziali per una vita sana.
Per l’Organizzazione mondiale della sanità, tra le più grandi sfide per la salute pubblica del nuovo secolo c’è proprio l’obesità. Per questo Herman Toplak, presidente dell’Easo, ha dichiarato che è fondamentale rendersi parte attiva nel sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione e dell’adozione di stili di vita sani. Invitando a combattere, perciò, l’obesità tutti insieme.