
14 Gennaio 2016
di Antimo Verde – E’ risaputo che un buon bicchiere di vino, magari accompagnato da un ottimo cibo e da una piacevole compagnia, non può fare altro che recare beneficio al corpo e alla mente. Ovviamente, come tutte le cose, se c’è un abuso il danno risulta inevitabile, soprattutto se fatto in gioventù. Purtroppo, proprio tra i giovani, nell’ultimo periodo, sta emergendo in maniera sempre più preoccupante, un nuovo fenomeno legato all’abuso di alcol: il “binge drinking”, ovvero il bere fino all’ubriacatura.
Un malsano comportamento che in Italia sta coinvolgendo sempre di più i giovanissimi, che ricorrono all’alcol per socializzare più facilmente in discoteca, ai concerti o per trasgredire ed evadere dalla realtà quotidiana, decidendo di assumere anche più di sei bicchieri di alcolici in una sola serata.
Secondo una recente ricerca condotta dall’Istat i comportamenti a rischio, nel complesso riguarderebbero circa 8 milioni e 179 mila persone, ma il dato più preoccupante è che il consumo di alcol fuori dai pasti è in aumento soprattutto tra i giovani minorenni compresi nella fascia di età 14-17 anni, che dal 15,5% del 2001 sono passati al 18,8% nel 2011.
Pur essendo l’Italia uno dei Paesi europei che consuma meno alcol, se sottovalutato, il fenomeno negli anni futuri potrebbe avere degli effetti devastanti tra gli adolescenti coinvolti in questa nuova e dannosa moda che li espone a malattie, che si porteranno avanti per tutta la vita. Infatti, se reiterato, quest’atteggiamento, può essere assolutamente dannoso, in maniera irreversibile, per l’organismo.
Conseguenze disastrose e inevitabili possono manifestarsi con il sopraggiungere di malattie come cirrosi del fegato, diabete mellito, oltre a malattie neuropsichiatriche e problemi di salute materno-infantile. Ma, oltre alle malattie che si possono verificare dall’abuso di alcolici e superalcolici, ci sono anche effetti collaterali più immediati e diretti, che mettono a repentaglio la vita, non solo dell’incauto bevitore, ma di tutta la collettività. Infatti, i soggetti che si mettono alla guida di un veicolo dopo aver fatto abuso di alcolici, aumentano in dismisura.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a differenza, delle morti provocati per droga che risultano essere alcune centinaia, quelle legate agli effetti dell’alcol causano 2,5 milioni di morti l’anno, e solo in Italia le morti attribuibili al problema si aggirano fra le 21 e 25mila persone. In una classifica tra le sostanze più pericolose, infatti, l’alcol compare, subito dopo l’eroina e il crack, a quota 72, risultando tre volte più dannoso anche di eroina e tabacco.
A differenza di quest’ultimo, per il quale vi è stata una forte e intensa campagna antifumo che sta iniziando a dare i primi positivi risultati, il Governo italiano finora, non ha fatto assolutamente nulla per regolamentare questo settore e iniziare ad arginare i danni da esso provocato.
Basterebbe, magari, come avviene proprio per i pacchetti di sigarette, informare i consumatori della pericolosità e degli effetti che si manifestano nell’abusare di tali sostanze, apponendo una semplice etichetta su tali prodotti e vietare la sponsorizzare sui mezzi di informazione, di bibite e bevande in commercio che catturano l’attenzione dei giovanissimi.
Sembra paradossale, infatti, che nonostante, il Ministero della Salute, a seguito della relazione annuale al Parlamento sull’alcol e i problemi correlati, abbia definito allarmanti i dati sul consumo di alcol tra i giovani, si sia astenuto poi, dal promuovere una soluzione concreta ed efficace. Esemplare risulta perciò, l’iniziativa di una nota birra internazionale, che ha dato il via alla campagna “Moderate Drinkers Wanted”.
Una nuova campagna, promossa in 30 nazioni, che mira a supportare e rafforzare la moderazione nell’uso dell’alcol e che, per la prima volta, mette al centro le donne che incoraggiano gli uomini a moderarsi quando bevono. Per divertirsi e stare bene, non è necessario mettere in pericolo la propria vita e quella degli altri. Dunque, un brindisi per celebrare la vita, è più che sufficiente.