5 Gennaio 2012
di Emanuele Tanzilli –
Cominciare un nuovo anno significa, di solito, compilare una lista di buoni propositi e farsi promesse. Ogni nuovo inizio porta sempre con sé buone speranze, e non c’è quindi da stupirsi se proprio questo rappresenta il momento ideale per progetti, di studio o di lavoro, per cambiamenti nello stile di vita, per decisioni importanti.
Da un punto di vista più introspettivo e spirituale, ciò può voler dire impegnarsi in un rinnovamento d’animo che sia da stimolo anche per le persone intorno, verso una maggiore tolleranza, una maggiore pazienza, un pizzico d’ottimismo, e così via.
Comprendiamo bene che ragionare in termini propositivi, in un frangente così tristemente delicato, in cui a dominare le scene politiche, economiche, sociali e mediatiche è soltanto “La Grande Crisi”, con la serie di catastrofiche conseguenze che abbiamo in parte già sperimentato, possa apparire un gesto folle e sconsiderato. Eppure si direbbe, invece, che è proprio quanto di più simile ad una panacea si possa ipotizzare. La Fiducia, quella con la “effe maiuscola”, restituisce all’uomo dignità nelle proprie azioni, lo rende capace di affrontare grandi difficoltà, lo stimola ad ingegnarsi per tracciare soluzioni percorribili. Senza pretendere di cancellare di colpo tutti i problemi che attanagliano la società moderna, perché ogni grande conquista si raggiunge sempre a piccoli passi.
L’anno nuovo, insomma, è l’occasione (o la scusa) perfetta per imparare a riflettere e per acquisire consapevolezza. Come di quelle cose che, purtroppo, non possono restare taciute od ignorate. A fare notizia, non a caso, in questi primi giorni di Gennaio, sono come sempre i danni causati dai “botti di Capodanno”, con il bollettino quasi da guerra che ne è conseguito e il solito biasimo da circostanza che lascia un po’ il tempo che trova. Anche stavolta, nonostante le ordinanze di divieto emesse in circa duemila Comuni, nonostante le campagne di sensibilizzazione, e nonostante la famigerata crisi, si è sparato molto e a farne le spese sono state addirittura più persone rispetto al 2011. Due morti e 561 feriti, questo il bilancio definitivo dei bagordi post-mezzanotte. Alle vittime – una a Roma ed una a Napoli – si aggiungono quindi moltissimi casi di ferite più o meno gravi, in taluni casi anche invalidanti, che coinvolgono sempre di più i giovani e i giovanissimi. Petardi inesplosi, sprovvedutezza, euforia sfrenata, materiali insicuri sono alla base delle prime tragedie che i telegiornali raccontano, ogni anno, in maniera pressoché identica, tutte le volte.
Quasi superfluo specificare che, anche in questi casi, gli interessi della malavita organizzata giocano un ruolo di assoluto rilievo, trovando terreno fertile per i loro profitti attraverso il mercato clandestino degli esplosivi, che raggiungono facilmente case e cortili delle famiglie più disagiate ma non solo. L’ignoranza e la scelleratezza fanno il resto, causando poi lacrime da coccodrillo in tutto il Paese e mai un provvedimento serio ed efficace per abbattere quest’usanza, ormai obsoleta anche per le più vecchie superstizioni.
È giusto, inoltre, ricordare che sono numerosissimi anche gli animali che, a causa delle esplosioni e delle deflagrazioni, restano vittime degli scempi del Capodanno: centinaia fra cani, gatti e animali domestici perdono la vita passando perlopiù sotto silenzio.
In tutta sincerità, pur rispettando il valore delle tradizioni, riteniamo che cominciare un nuovo anno lasciandosi dietro una quantità spaventosa di vittime e feriti non sia esattamente il modo migliore per dimostrare la bontà del rinnovamento, qualora davvero ci sia quest’intenzione. E per allontanare gli “spiriti maligni” è senza dubbio più proficuo un serio esame di coscienza che non la polvere da sparo.
Quindi auguri di buon anno a tutti, e che si possa continuare ad imparare e migliorare assieme anche nel 2012.
Purtroppo è così. Ci vengono in continuazione chiesti sacrifici sia economici che di vario genere e non è questa la risposta che ci si aspetta dalle persone. In un periodo di crisi l’ultima cosa che andrebbe fatta è quella di mandare i risparmi letteralmente in fumo. Occorre fare qualcosa per abolire anche questo lato consumistico che insieme a presepi di latta da 120000 euro e regali sempre più costosi hanno caratterizzato questo periodo natalizio.
Hai proprio ragione Marco… soldi in fumo! Ma difronte a tutto questo spreco io mi chiedo se è proprio vero che c’è crisi! Se una persona non sa come arrivare a fine mese non spende soldi in fuochi, cenoni, settimane bianche. Per non parlare poi di quelli che si lamentano e poi i soldi se li fumano quotidianamente!