26 Giugno 2011
Dopo Bassolino è il suo successore Caldoro ad essere indagato nell’ambito delle questioni relative alla “munnezza” napoletana. A quanto pare si è reso colpevole di epidemia colposa. Il presidente regionale naturalmente getta fango (giusto per restare in tema di sporcizia) su tutti, cercando di salvare l’istituzione Regione. La responsabilità – a sentir lui – è dei Comuni, della camorra, della Lega Nord, non certamente dell’amministrazione che rappresenta (tuttalpiù di quella gestita dal suo predecessore).
Quale sarebbe la sua colpa? Quella di non aver attivato altre discariche nelle provincie della Campania. Una cosa da niente, visto che sono tutti pronti ad accoglierle! Naturalmente siamo ironici poiché, altrimenti, non ci resta che piangere.
La spazzatura non la vuole nessuno, ormai neanche più a pagamento e allora dove deporla anche solo momentaneamente? Le proposte sono state diverse, ogni napoletano ha la sua “bella” soluzione: dal ragazzino dei quartieri spagnoli, che butterebbe la munnezza nel Vesuvio (inceneritore naturale); all’ex sindaco Iervolino, che pensava di riempire il sottosuolo della città.
L’ultima trovata arriva da due funzionari dei Vigili del Fuoco che suggeriscono dei siti di stoccaggio sulle navi portacontainer, in mezzo al mare. Si, poiché, a quanto pare, il problema non è dove buttare i rifiuti, ma dove “appoggiarli” provvisoriamente.
Che dire? La questione è davvero complicata. Esprimersi e prendere posizione non è facile. L’unica cosa certa (e ci dispiace per il simpatico scugnizzo dei quartieri) è che il Vesuvio non è un inceneritore, anche se qualcuno lo ha scambiato per una discarica … abusiva naturalmente!
A.G.
Che dire? Ho qualche perplessità nel lasciare un commento sia perchè non sono un esperto sia perchè questi commenti sono come le foglie secche: il vento le porta via e si dissolvono nell’ambiente senza lasciare traccia. Ad ogni modo anch’io mi sono fatto un’idea di questo problema. Sicuramente la responsabilità non è solo del comune di Napoli e della Campania, è però certo che in altre zone d’Italia, forse anche vicine a Napoli, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti funzioni bene, allora perchè non prenderne esempio? Ad Este -PD-, dove abito, da anni c’è la raccolta differenziata fatta porta a porta ed un “centro ecoligico” dove conferire, gratuitamente, i rifiuti “domestici” non raccolti a domicilio. La discarica, posta a 1 Km dalla cittadina, non causa grossi problemi, anzi da due anni fornisce, usando il biogas, acqua calda all’ospedale e ad una scuola dei salesiani e, gratuitamente, il compost. A padova ci sono due inceneritori che producono energia elettrica e, credo, acqua calda. Le discariche debbono essere considerate come miniere di materi prime dove tutto, oppurtamente selezionato, trova una propria riutilizzazione. Certamente, oltre ad una buona oranizzazione, è indispensabile la collaborazione, il senso di educazione civica e di legalità dei cittadini. E’ innegabile che in alcune zone del sud l’illegalità e la mancanza di senso civico sono diffuse: questa mentalità non favorisce la soluzione del problema.