Accogliamo la sfida!

Campagna elettorale: cercasi candidato responsabile, astenersi perditempo

7 Maggio 2011

di Alessandro Grimaldi –

 

Si avvicinano le elezioni amministrative per numerosi Comuni d’Italia e la campagna elettorale si surriscalda. Siamo alle solite, bisogna andare a votare. Questa volta, per milioni di cittadini, è arrivato il momento di scegliere il Sindaco e di rinnovare l’amministrazione. Le amministrative, di solito, sono le elezioni che interessano e coinvolgono un po’ di più la gente. Si tratta di scegliere tra persone più o meno conosciute, della propria città o del proprio paese. Questo rende la competizione più interessante.

 

Spesso capita che in una stessa famiglia, tra parenti ed amici si conoscano più candidati. Come fare? Bisogna accontentare tutti e così si dividono i voti. Perché si sa, “alle locali si vota la persona e non il partito”, quasi come se quel nome rappresentasse se stesso e non un programma frutto, spesso, di interessate alleanze.

 

Intanto a riscaldare la campagna elettorale, non sono più le allettanti promesse che una volta attiravano l’attenzione dei più ingenui, ma i continui attacchi all’avversario. Non ci si preoccupa di presentare programmi, di condividere idee, di alimentare speranze, ma di screditare il nemico con ogni mezzo. Senza distinzioni di colore politico, il motto sembra essere “la miglior difesa è l’attacco”, lo slogan migliore “una città peggiore è possibile”. L’altro è un nemico da sconfiggere, abbattere, distruggere, altro che “vinca il migliore”.

 

In effetti questa è la strada più semplice. Elaborare idee a supporto di programmi scritti da altri (ammesso che si conoscano), non è semplice, ci vuole sapienza ed intelligenza. Si corre il rischio di fare promesse che poi non si potranno mantenere. La prudenza è d’obbligo, ma non tutti lo sanno. Del resto in passato queste strategie hanno portato frutti, quindi perché non continuare su questa linea? La gente questo cerca: la persona giusta da andare a cercare al momento giusto.

 

La questione è complessa. La politica resta una nobile arte, ma proprio per questo non si può improvvisare. Amministrare anche il più piccolo Comune d’Italia non è cosa da tutti, figuriamoci una media o grande città. Qualche provocatorio programma televisivo, in passato, ha messo in evidenza l’ignoranza dei nostri parlamentari circa concetti che stanno alla base di una sana azione politica. Figuriamoci che competenze possono avere alcuni personaggi locali, scelti con il criterio del “portavoto”.

 

È possibile indicare qualche criterio diverso per orientare e quindi educare l’elettore ad un voto responsabile? Certo, poiché l’educazione alla cittadinanza attiva passa anche attraverso la formazione a quel bene comune che dovrebbe perseguire la politica.

 

Pretendere dai candidati delle idee concrete e mettersi in condizione di saperle analizzare; entrare in dialogo con chi aspira a rappresentarci e condividere pensieri, strategie, soluzioni per il territorio; auspicare con forza un atteggiamento meno “politico” di chi si ritroverà all’opposizione e più collaborativo; educarsi ed educare alla legalità, all’impegno civico, alla solidarietà politica e sociale.

 

In questi giorni, ringraziamo pure i nostri simpatici politici, poiché se pure stiamo svegli, hanno la capacità di farci sognare.

 

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