3 Aprile 2011
di Alessandro Grimaldi –
Il Comitato internazionale della Croce rossa denuncia che, in una settimana, almeno 800 persone sono state uccise in costa d’Avorio, a Duekoue.
La notizia l’apprendiamo da “Avvenire” poiché su 10 quotidiani nazionali on-line consultati, due solo ne hanno dato “risalto” (anche se forse la parola è inappropriata) e altri otto neanche un trafiletto di poche righe.
Fanno notizia, invece, i 68 cadaveri recuperati davanti alle coste di Tripoli, quasi a voler mettere il dito nella piaga all’Italia che sta cercando, come può, di rispondere all’emergenza.
Certamente questi 68 cadaveri meritano rispetto e devono scatenare indignazione nell’opinione pubblica, ma ci chiediamo come mai, invece, i crimini della Costa d’Avorio restano nell’ombra.
Attenzione, stiamo dicendo che non fanno notizia, anche se le attenzioni su quella zona ci sono ed infatti, dopo una breve ricerca su internet, troviamo Rai News 24 che ci informa dell’intervento di Hillary Clinton (segretario di Stato degli USA) sulla questione.
Di che si tratta? A quanto pare Laurent Gbagbo, presidente uscente, si rifiuta di lasciare il potere ad Alassane Ouattara (riconosciuto presidente dalla comunità internazionale) nonostante abbia perso le elezioni dello scorso novembre. Questo ha scatenato una brutale guerriglia che sta provocando migliaia di morti.
Ancora una volta, a quanto pare, è il mondo cattolico che fa la differenza attraverso uno sguardo globale sul mondo, denunciando i soprusi indipendentemente dagli interessi politici internazionali.
Il mondo cattolico ancora una volta si differenzia da tutta questa cattiveria.