
8 Settembre 2019
di Valeria Guasco –
Viviamo in piena crisi. Non solo economica. C’è la crisi dell’istruzione e di conseguenza la progressiva estinzione della cultura umanistica dal mondo della scuola e dell’università. All’interno dello stesso settore dell’istruzione prevalgono sempre di più le abilità tecniche e le conoscenze pratico-scientifiche ai danni degli studi umanistici ed artistici.
Cosa resta oggi delle meravigliose letture dei classici della letteratura umanistica? Nel trionfo dei test a risposta multipla, nell’affermazione dell’apprendimento meccanico ed utilitaristico, le scuole del mondo si stanno trasformando sempre di più in luoghi di formazione per businessmen e sempre meno in arene di vita per cittadini critici e consapevoli.
Gli atenei inglesi ad esempio, perseguono un punto di vista puramente economico; il prevalere del liberismo mercantile che è alla base delle teorie degli atenei anglosassoni li costringe ad una competizione basata su di un’offerta al ribasso. Chi invece riflette da anni sulla cultura umanistica e sul suo ruolo educativo prioritario per la democrazia è la filosofa americana Martha Nussbaum. In un suo saggio, l’autrice esalta il metodo socratico ed elogia l’insegnamento volto allo sviluppo della libertà di pensiero e di parola, all’autonomia del giudizio, alla forza della immaginazione. Tutte queste qualità vengono veicolate solo dalla cultura umanistica.
Viviamo però un grande paradosso ( in un mondo finalizzato unicamente alla crescita economica): quanto più il mondo diviene globalizzato e complesso, tanto più gli strumenti per capirlo divengono poveri e semplici. In effetti è più facile formare uno studente che un giorno diventerà un “lavoratore obbediente” che educare allo spirito critico. Bisognerebbe contestare lo stereotipo che vorrebbe la crescita economica come misuratore di democrazia e proporre un modello alternativo secondo cui ciò che è veramente importante sono le opportunità, o capacità che ogni persona ha in ambiti chiave che vanno dalla vita, salute ed integrità corporea, alla libertà politica, partecipazione ed istruzione.
Tale modello potrà essere fornito dalla scuola e dall’università che devono basarsi sulla pedagogia socratica e non sull’obiettivo del benessere economico. Soltanto così si può contribuire a divulgare il concetto di formare i cittadini alla realizzazione di una sana democrazia.