9 Novembre 2019
L’attenzione sulla questione dei bambini soldato è sempre alta. Figli di intere famiglie sterminate o, nel migliore dei casi, portati via con la violenza, vengono addestrati alle armi e si trasformano in carnefici costretti ad uccidere e farsi uccidere.
Il rapporto dell’ONU parla di una quindicina di Paesi che arruolano bambini negli eserciti regolari o nelle guerriglie. Tra questi, in terra d’Africa: Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Somalia, Repubblica Centrafricana.
Bambini che, in molti casi, sono anche oggetto di abusi da parte di soldati e polizia locale, mentre le ragazze, ufficialmente impiegate come cuoche o per altri servizi, vengono invece utilizzate come schiave sessuali.
I vivai a cui attingere sono le scuole, non a caso il tasso di abbandono scolastico è elevatissimo. In alcune zone, ogni anno, la metà dei ragazzi che iniziano, non giungono al termine.
Si rendono necessarie ed urgenti, iniziative di denuncia e mobilitazione. Purtroppo, però, gli interessi sono tanti e coinvolgono anche l’Occidente interessato al controllo delle risorse naturali e al commercio di armi.
Cosa si può fare? Giusto per iniziare una protesta non violenta dal basso, magari anche tramite i nuovi potenti mezzi di comunicazione. Suscitare l’indignazione di tanti uomini capaci ancora di “incazzarsi” difronte alle ingiustizie del mondo.
Far seguire alla denuncia, poi, delle proposte educative concrete, magari puntando proprio sull’istruzione e l’educazione, poiché si sa che il mondo migliore che sogniamo per i nostri figli, lo stiamo costruendo ora.
Noi di passionEducativa ci stiamo lavorando e continueremo a lavorarci e a rendere tutti partecipi dei nostri progetti. Intanto, buona riflessione!
La redazione
Per approfondimenti: