
17 Settembre 2011
di Emanuele Tanzilli –
Confesso di non sapere come rompere il ghiaccio, per cui mi limiterò ad una breve presentazione. Il mio nome è Emanuele Tanzilli, e mi è stato proposto di curare la rubrica “Legalità” di passionEducativa. Ho accettato senza troppe remore, sia perché lo ritengo un impegno stimolante, sia perché ho avuto modo, nella mia esperienza personale, di approfondire la tematica sotto vari punti di vista, e l’ho trovata così affascinante, così attrattiva, da decidere di volerla approfondire il meglio possibile. Quale occasione migliore, allora, di questa “collaborazione”, sorta un po’ per caso, spontaneamente, con una testata che fa dell’educazione una delle sue colonne portanti.
Spulciando tra gli articoli più recenti presenti nel sito, potrete trovare anche il resoconto di una bella iniziativa svoltasi a Casoria lo scorso 10 Settembre. Si trattava proprio di illegalità, nelle sue forme subdole e mutevoli, e dell’impegno che la comunità può mettere in atto per contrastarla nei suoi effetti anti-sociali e, in prospettiva ampia, per estirparla dalle radici culturali da cui si sviluppa.
Per l’occasione, erano presenti anche rappresentanti delle due fra le associazioni di maggior rilievo sul palcoscenico nazionale: Radio Siani, la web radio della legalità; e “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”.
Anche tramite il confronto con realtà, locali e nazionali, di impegno civile e comunitario contro la criminalità, nasce il confronto con quella questione morale insita in tutti noi, a volte sopita, latente, ma pronta magari ad emergere alla superficie dell’animo con un bel “soffio” sulla coscienza. Quella questione morale, di cui anche il noto politico Enrico Berlinguer fu uno dei fautori più assidui e convinti, uno degli assertori più autorevoli e rispettabili. Insomma, parlo di una consapevolezza presente in misura varia in ciascuno di noi, che spesso ha bisogno della giusta dose di indottrinamento per esprimere tutto il suo potenziale. Questo è quanto accaduto a me; mi auguro che, anche tramite il supporto di queste pagine, lo stesso si ripeta ed accada in altri: facendo così, dell’esperienza e della sua condivisione, uno strumento di informazione e diffusione capillare.
Torneremo ad approfondire l’opera ed il lavoro svolto da Radio Siani, Libera ed altri “eroi dei giorni nostri”, a suo tempo. Oggi, però, oltre alle presentazioni e le introduzioni di rito, voglio soffermarmi sulla memoria di un’altra figura di assoluto rilievo, quella di Padre Pino Puglisi, assassinato dalla mafia esattamente 18 anni fa.
La sua opera, interamente svolta nella città di Palermo, era rivolta non tanto all’ostruzione delle attività mafiose, quanto ad impedire che giovani e giovanissimi finissero irretiti dalle seduzioni della criminalità, mostrando loro un percorso alternativo, fatto di valori ed ideali, di rettitudine ed onestà; un’opera di prevenzione che, agendo su un equilibrio di istruzione e cultura, toglieva di fatto nuove reclute a Cosa Nostra. La cosa non piacque ai boss che, dopo varie minacce di morte, lo assassinarono con due colpi di pistola alla nuca, il 15 Settembre 1993, nei pressi della sua abitazione.
Ci vollero circa quattro anni di indagini per risalire agli esecutori del delitto ed ai suoi mandanti, i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano. Entrambi furono condannati all’ergastolo.
La figura di Padre Puglisi, come quella di tanti altri che “per gli amici hanno dato la vita”, resta uno degli emblemi più luminosi della lotta alla criminalità. La ricordiamo, in conclusione, con le sue parole più celebri:
« Parliamone, spieghiamoci, vorrei conoscervi e sapere i motivi che vi spingono a ostacolare chi tenta di aiutare ed educare i vostri bambini alla legalità, al rispetto reciproco, ai valori della cultura e dello studio. »
Grazie per l’attenzione, per contatti scrivete a redazione@passioneducativa.it e se vi fa piacere interagire lasciate un commento agli articoli.
Ringraziamo Emanuele per la preziosa collaborazione e per la passione educativa dimostrata a favore della legalità.